Più della somma dei singoli pezzi
Nel mio modo di lavorare, ho come obbiettivo quello di ammorbidire le rigidità, gli opposti, creare uno "stare" di frammenti ben abbracciati che permettano quella che per Jung è la dinamica, il movimento verso la vita, essere tutto ciò che ci anima. In che modo possiamo integrare la psicologia junghiana alle nuove informazioni che abbiamo sul trauma ed il suo trattamento?
La visione simbolica della sofferenza secondo Jung
Jung per primo per poter contenere il suo inconscio iniziò a disegnare i mandala, un tutto che riusciva a tenere insieme i singoli pezzi, il simbolo univa ciò che poteva essere inconciliabile, così come il sogno opera mentre dormiamo cercando di condensare i conflitti in un' immagine. È importante quindi non perdere di vista questa visione simbolica della sofferenza, rendere accessibile il trauma attraverso le immagini e dare loro corpo. Quando la percezione di noi stessi e' frammentata possiamo facilmente sentire di aver perso il contatto con la nostra anima, vorremmo solo funzionare bene.
Non siamo solo sintomi
Ma noi siamo più di questo, più delle singole parti , come ci insegna la Gestalt, siamo un mistero ed è questo "immenso" non sapere che ci permette di essere in corsa, di voler scoprire una porzione di esistenza in più. Il mio intento nella clinica dunque non risiede solamente nel trattare i sintomi, ma nel conferirgli un senso ed uscire dalla modalità sopravvivenza per giungere a quella dell'autenticità dove ombra e luce si parlano, dove aspetti distruttivi possono essere accolti nel proprio sistema insieme a quelli che più generano evoluzione, crescita.
Accogliere l’ombra per crescere interi
Dall'amore per i nostri opposti nasce la verità e l'interezza. Quando siamo interi e abbiamo conosciuto con compassione i nostri pezzi, possiamo sopportare le orribili leggi delle perdite e dei dolori umani insieme alle grandi occasioni di gioia e allineamento, in altre parole possiamo tornare a giocare il gioco della vita.
Vivere a metà per paura di soffrire ancora
Se invece viviamo attraverso alcune parti scisse e non integrate, qualcosa non è mai del tutto libero, le parti ci aiutano a proteggere il nostro più piccolo seme bambino, scelgono rapporti basati sull' accudimento, sull'inconciliabilità, sullo stare con senza essere con. Per proteggerci ci relegano ad una vita a metà, piuttosto che tornare nel flusso e rischiare di ferirsi nuovamente. Oppure si compiono destini per combattere all'infinito la guerra dell'infanzia perduta, ci si ammala per essere amati, ci si sacrifica per essere riconosciuti, si distrugge per non venire distrutti. In tutti questi casi non siamo liberi.
Prendersi cura delle proprie parti ferite
Le nostre parti non sono accudite continuando sole a portare fardelli guidando le esperienze. Anche se il grembo materno avesse tradito e mangiato, abbandonato, così come l'occhio del padre, potremo essere noi quel grembo e noi quell'occhio nei confronti dei nostri frammenti, dobbiamo essere piccoli e grandi nello stesso momento, restare negli spazi tra ogni nostra parte e farci soffiare il vento buono del dispiacere per se, per poi dirigerci dove possiamo crescere in un corpo vivo che ci porta dove il cuore sa.