La frammentazione Traumatica

Frammentazione è un termine che uso molto in terapia, a volte spaventa ma molti pazienti riferiscono di trovare una risonanza in questa parola quando pensano e sentono di non essere interi per la maggior parte del tempo.

Quando la psiche si divide per proteggersi

In letteratura la definiamo come il risultato di eventi traumatici cumulativi, la psiche così si spacchetta in più stanze per custodire sentimenti, emozioni vissute come distruttive e pericolose insieme alla fiducia, la speranza. Di solito anche queste ultime possono esser chiuse da qualche parte e non più accessibili. Ciò che rende complesso il lavoro di integrazione è che il paziente non è consapevole di esser stato vittima di traumi ripetuti e si da la colpa per il suo essere “rotto”presentando al momento della richiesta di supporto sintomatologie varie, come ansia, depressione, sconnessione e derealizzazione fino a casi più gravi in cui possono coesistere identità diverse.

Dissociazione invisibile: una normalità apparente

Non mi concentrerò su questo ultimo caso che la maggior parte delle volte richiederebbe anche ausilio psichiatrico e farmacologico. Mi soffermo invece sempre sulla dissociazione “invisibile” perchè come dice Van Der Hart, un grande traumatologo dei nostri tempi, esiste una parte apparentemente normale che guida la vita e la personalità del soggetto mentre altre “sentono, pensano, agiscono” come fossero separate.

Dunque, mentre le parti apparentemente normali portano avanti le attività quotidiane rappresentando l’unico aggancio alla realtà, le parti frammentate sono sollecitate da vari stimoli che creeranno sintomi come ottundimento emozionale, somatico, amnesia, anedonia, risposte evitanti che relegano la persona in una bolla.

Difese arcaiche e nuove mappe interiori

Secondo Janina Fisher, le parti frammentate sono difese arcaiche, per questo ha sviluppato una tecnica di lavoro per creare tra il paziente e queste risposte primarie (attacco, fuga, congelamento, spegnimento e grido di attaccamento) una relazione che permette di ridurre gli agiti e la disregolazione emotiva. In terapia con il metodo Tist andiamo per l’appunto a mappare le parti scoprendo il ruolo di difesa che posseggono. Questo fornisce al paziente un senso del perchè funziona in un certo modo piuttosto che in un altro. Anche IFS di Schwartz mira a creare uno spazio caldo di compassione e cura in cui le parti frammentate possano essere riconosciute nella loro funzione protettiva, ne parlerò più avanti.

Il primo passo: la psicoeducazione sul trauma

Il lavoro sulla frammentazione è molto complesso e procede per gradi, la fase primaria resta comunque quella della psicoeducazione, in cui insegno ai pazienti un linguaggio legato al trauma che possa contenere e rendere spiegabili i sintomi che presentano. La mente ha bisogno di rendere pensabile il trauma prima di poterlo affrontare e processare.

Per approfondire: letture utili per pazienti

All’interno dei miei articoli troverai dei libricini consigliati pensati per i pazienti e scritti dai più grandi traumatologi che stanno formando i terapeuti sul trauma.

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